Eccolo appena arrivato dalla Puglia il mio esemplare di Echinopsis chamaecereus, riprodotto per talea da mia madre. Di seguito condivido alcuni consigli per le cure. Buona giornata, Francesco Diliddo.
Curiosità e consigli per la coltivazione dell’Echinopsis chamaecereus.
Genere di piante appartenente alla famiglia delle cactacee, è originaria del Tucumán, in Argentina, delle zone montuose che precedono le Ande. Per la vecchia nomenclatura botanica si chiamava Chamaecereus silvestrii ed è una cactacea bassa che forma cespuglietti compatti con rami di lunghezza variabile. Il colore della pianta è variabile a seconda dell’esposizione al sole. La colorazione normale è verde pallido, se è esposta al sole diventa color giallo/rosso. I tubercoli sono poco pronunciati e i rami presentano spine molto piccole. Le costolature invece variano dalle sette alle dieci per ramo. I fiori sono di colore rosso/arancio, ad imbuto e nascono alla sommità dell’areola. È un genere di facile coltivazione, in quanto non richiede particolari cure. È necessario, come per tutte le succulente, garantirgli un terreno aerato e poroso. Il terreno deve essere inoltre povero di sostanza organica e ricco invece di materiale inerte e minerale. Per quanto riguarda le annaffiature dell’Echinopsis chamaecereus, queste devono avvenire ogni 15 giorni circa in piena estate e durante la primavera; mentre in inverno, durante il periodo freddo necessario al riposo, la pianta non deve essere per nulla annaffiata. Sopporta comunque bene i lunghi periodi di siccità. L’esposizione al sole deve avvenire gradualmente per non scottare le piante. Deve essere un’esposizione al sole pieno o leggermente in ombra; l’importante è assicurargli una buona luminosità, necessaria al periodo di fioritura che va dai primi di maggio alla fine di luglio.