Il pothos è la pianta della nonna per eccellenza (Epipremnum aureum) davvero facilissima da coltivare in casa e richiede poche pure. In casa ho un esemplare tris nipote della pianta che coltivava mia nonna negli anni ’60 (non scherzo, ottanta anni fa!), che poi è passata a mia madre e che ho portato a Pisa attraverso varie riproduzioni per talea.
Può essere coltivata anche in acqua e mi sono trovato benissimo con la tecnica del PON (qui trovate l’articolo): è talmente rustica che si adatta a qualsiasi esposizione, evitando i raggi diretti del sole che brucerebbero le foglie. Ho trovato questo ibrido variegato bianco e non ho resistito! Di seguito i consigli per le cure e Buona giornata, Francesco Diliddo.
Consigli per la coltivazione del pothos.
Il nome di questo ibrido è Pothos manjula il cui nome scientifico è Epipremnum variegata bianca ed è originaria delle zone tropicali e sub-tropicali dell’Asia e dell’Oceania.
Appartiene alla famiglia delle Aracee e in natura si incontrano esemplari con rami lunghi fino a cinque metri e dotati di radici aeree che favoriscono l’attorcigliamento agli alberi dai quali assimilano acqua e sostanze nutritive.
Il vaso non deve essere particolarmente grande e sul fondo si possono mettere dei cocci o dell’argilla espansa per favorire il drenaggio. Come tutte le piante sempre verdi da interno richiede concimi a base di azoto oppure, se preferite fertilizzanti naturali, consiglio quelli a base di alghe.
L’esposizione molto luminosa (evitando i raggi diretti del sole) darà modo alla pianta di esaltare ancora di più le screziature delle sue foglie.
Bisogna evitare le basse temperature e le correnti d’aria, mentre gradisce molto un ambiente caldo e umido attraverso le vaporizzazioni.
Il terriccio fresco e ricco di sostanze nutritive organiche deve essere sempre umido e mai inzuppato: con questi piccoli accorgimenti il pothos vi darà tante soddisfazioni.
