
I miei due esemplari di Phoenix canariensis chiamate comunemente “palme delle Canarie” li ho seminati in vaso da adolescente in Puglia nel 1994, poi dopo un paio di anni ho messo (per gioco) le piante in piena terra ed ecco due giganti ventenni. L’orgoglio del mio giardino pugliese, poi dal 2008 c’è anche una piccola Palma da dattero africana (Phoenix dactylifera) il cui seme l’ho preso in Egitto sul Mar Rosso. Nella foto l’esemplare maschio mentre accanto l’esemplare “femmina” produce una quantità infinita di piccoli datteri gialli. Di seguito la scheda tecnica per le cure. Buona domenica, Francesco Diliddo.
Curiosità e consigli per la coltivazione del Phoenix canariensis.
Palma sempreverde di grandi dimensioni, originaria delle Canarie; da secoli queste palme vengono coltivate nell’area mediterranea, tanto da essere considerate piante tipiche del paesaggio mediterraneo. Hanno uno spesso tronco eretto, che raggiunge agevolmente i 15-20 metri di altezza ed i 60-80 centimetri di diametro; è di colore marrone scuro o grigiastro, segnato da vistose rugosità a forma di rombo, dovute ai segni lasciati dall’inserzione del picciolo delle fronde ormai cadute. Le fronde sono molto grandi, possono raggiungere i 4-5 metri di lunghezza, arcuate; sono di colore verde scuro brillante, pennate, portano lunghe foglioline lineari ai lati del picciolo; il picciolo è lungo fino ad un metro, e presenta numerose spine acuminate. Si pongono a dimora in luogo soleggiato, anche se possono sopportare un’ombreggiatura leggera. Possono sopportare temperature di molti gradi inferiori allo zero, anche fino a -10°C, per questo motivo in Italia si coltivano tranquillamente in giardino.
Possono sopportare periodi di siccità anche molto prolungati; si consiglia comunque di annaffiare sporadicamente gli esemplari molto giovani; annaffiature regolari, da fornire solo quando il terreno è perfettamente asciutto da alcuni giorni, causano uno sviluppo più rapido e rigoglioso delle piante. Si coltivano in qualsiasi terreno, anche povero o sassoso; prediligono terreni molto ben drenati o sabbiosi, anche perché i ristagni idrici causano con facilità lo sviluppo di malattie fungine sulle fronde.
La moltiplicazione della Phoenix canariensis avviene per seme, le giovani piante hanno uno sviluppo abbastanza lento, ma una volta assestate tendono a crescere molto più rapidamente.
In genere non temono l’attacco di parassiti e di malattie se la coltivazione è eseguita in maniera corretta. L’eccessiva umidità porta spesso allo sviluppo di ticchiolatura o ruggine sulle fronde; inoltre le palme delle Canarie coltivate in terreno soggetto a ristagno idrico ed in clima umido mostrano di essere meno rustiche durante i mesi invernali. Da alcuni anni sembra sia giunto anche in Europa un curculionide che si sviluppa all’interno delle piante, contro cui non sembra ci siano ancora cure possibili.

